Su Dufy mi sono posta questa domanda: perché esattamente nello stesso anno, il 1937, durante l’Esposizione Universale di Parigi, mentre Picasso esponeva Guernica, Dufy produceva una grande opera La Fée Électricité
I due dipinti messi vicini uno all’altro ci appaiono così: Guernica è la denuncia aperta dell’arroganza dei poteri totalitari, dell’ingiustizia e della crudeltà della guerra, rappresentate da uno scoppio di linee spezzate, di urla, di scene di drammatica concitazione in cui tutto avviene contemporaneamente. Un grande insieme compatto.
Il dipinto-favola di Dufy si estende sia nelle dimensioni fisiche, sia nel racconto del tempo, compone una sequenza di fatti avvenuti nell’arco di una lunga storia. Le linee sono eleganti e ricercate, il racconto sereno, all’opposto di Guernica qui le scene sono colorate e vivaci.
Guernica, coerentemente con il modo di essere di Picasso, vuole essere scioccante, tetra, dura, è l’annuncio delle tragedie che gli anni successivi avrebbero prodotto mentre l’opera di Dufy è una dichiarazione di fiducia nel progresso luminoso dell’umanità.
Per l’epoca, e ancora adesso, è considerata un’opera originale: un lungo pannello concavo, che ricalca la forma del padiglione francese dell’Elettricità.
Situata all’interno del padiglione ci immerge nella sua atmosfera magica, come una grande vetrata luminosa su cui si distende il racconto del rapporto dell’umanità con i fenomeni elettrici, dalle prime osservazioni ed esperimenti empirici all’uso della sua energia e al suo incanalamento.
Lo stile è leggero come lo esige il mito narrato, il disegno spontaneo ed aggraziato, i colori radiosi e trasparenti. Dufy ricerca sempre nei suoi lavori la trasparenza dei colori, per ottenerla impiega i colori Maroger la cui duttilità e limpidezza riproducono l’effetto dell’acquerello.
L’opera è la narrazione gioiosa del percorso dell’umanità verso il progresso, grazie all’utilizzo della forza dell’elettricità. Questa grande decorazione ha un effetto avvolgente così com’è distesa su una lunga superficie curva. Ci appare come un susseguirsi di temi disposti su due livelli in cui grandi macchie di colore hanno il compito di collegare le varie scene. Queste grandi campiture, come è caratteristico della pittura di Dufy, si estendono oltre le linee del disegno che vi fiorisce sopra, quasi senza spessore, libero e piacevole.
La visione d’insieme dell’opera abbraccia lo svolgere completo di una giornata. A destra la luce dorata dei raggi di un sole splendente dà inizio al giorno. Man mano sbiadisce fino a scurirsi nel blu intenso della notte stellata che viene dissolta grazie ad Iride, la dea dell’arcobaleno, fata dell’elettricità.
il sole raggiante la notte stellata Iris la Fata Elettricità
A creare una cesura tra questi due episodi, gli Dei dell’Olimpo, accampati nei loro cieli di un azzurro striato, donano all’umanità la potenza della folgore, rappresentata dal mitico fascio di fiamme e fulmini.
Questo dono fa sì che tutto cambi: il progresso si concretizza. Per mezzo dell’energia elettrica la vita umana migliora grazie a scoperte scientifiche e conquiste tecnologiche. Distribuite al di sotto della cupola protettrice degli dei troviamo enumerate le conquiste industriali ottenute grazie all’utilizzo dell’elettricità. Sono rappresentazioni che descrivono la realtà tecnologica della Francia dell’epoca, e sono frutto di studi approfonditi da parte di Dufy che riesce però a conservare la freschezza e la leggerezza del racconto grazie ad un disegno da tratto leggero e sintetico.
Nella parte inferiore dell’opera Dufy raduna scienziati ed inventori, riuniti in piccoli gruppi, che dialogano al di là dei limiti del tempo.
Archimede II s. a. C., Talete (625 a C. – 546 a.C.) padre dell’elettrostatica Benjamin Franklin (1706 – 1790) Principio del parafulmine. Benjamin Franklin legge la lettera alla Royal Society (1751)
Sono coloro che hanno contribuito in un modo o nell’altro alla scoperta e allo sfruttamento dell’elettricità. Per far riconoscere ognuno dei personaggi di questa curatissima folla, ne delinea il ritratto, ne indica il nome in un cartiglio, li ritrae vestiti secondo la moda dell’epoca come se fossero stati prelevati in quell’istante dal proprio tempo.
Edme Mariotte, (1620 – 1684) pioniere della termodinamica dei gas Nicolas Lémery, (1645 – 1715) uno dei pilastri della scienza moderna Franz Aepinus, (1724 – 1802) ideatore della Teoria del magnete 1759
Galileo Ferraris, (1847 – 1897) inventore del primo motore elettrico a corrente alternata (1888) Jean-Victor Poncelet, (1788 – 1867) Miglioramento delle turbine (1820) Lucien Gaulard, (1850 – 1888) inventore del trasformatore elettrico (1883)
A ravvivare ulteriormente la scena alcuni, appoggiati alle loro opere con un gesto di possesso, esibiscono con orgoglio le loro invenzioni.
Otto von Guericke (1602-1686) La macchina elettrostatica (1660) uno dei primi generatori di elettricità Alessandro Volta (1745-1827 La pila di Volta (1800) Zénobe Gramme (1826 – 1901) il motore a corrente continua (1871) Wilhelm Röntgen, (1845 – 1923) scopritore dei raggi X (1895)
Cliccando sul link si può ammirare tutta l’opera divisa in riquadri, visibili uno per uno. Ogni porzione può essere ingrandita ed esaminata https://www.parismuseescollections.paris.fr/fr/musee-d-art-moderne/oeuvres/la-fee-electricite-1#infos-principales
https://fee.mam.paris.fr/lhistoire-de-loeuvre/?lang=en storia e immagini del padiglione dell’elettricità, storia, descrizione ed immagini della realizzazione dell’opera (in inglese)
https://www.youtube.com/watch?v=G9MxktMdltc Physicist and philosopher of science Etienne Klein explains the work Fée Électricité (en français)
https://www.youtube.com/watch?v=5MpF9Zx-ik4 restauratrice commente l’oeuvre (en français)