In un pomeriggio di primavera, quando il sole era ancora caldo, decisi di andare a fare una camminata nel verde vicino a casa e prolungando la mia passeggiata dopo 500 metri mi addentrai nel parco intitolato a Marta Russo, la giovane ragazza scomparsa a soli 22 anni, uccisa da un colpo di pistola all’interno della città universitaria della Sapienza di Roma il 9 maggio 1997.
I genitori di Marta, Aureliana e Donato Russo, fondarono l’Associazione Marta Russo nel 2001. La ragazza, da quando aveva 15 anni, nonostante la tenera età, aveva preso la decisione importante e profondamente altruista: sarebbe diventata donatrice di organi.
In questo bellissimo parco sono stati messi a dimora 18 alberi in fila, affiancati da una targa commemorativa, di cui allego alcune immagini, in ricordo di qualcuno che aveva scelto di diventare donatore di organi.
Come scrivono sul sito dell’associazione la mamma e il papà, “amare il prossimo” era una frase ricorrente nei diari personali della bambina. E questo suo desiderio, ora, lo vogliono portare avanti loro. Per fare in modo che Marta viva nei sorrisi di chi ha bisogno d’aiuto, e lo riceve.
Da 18 anni, quindi, l’organizzazione promuove e diffonde la cultura della donazione degli organi, allestendo eventi di vario tipo. Uno di questi è il “Premio Solidarietà Marta Russo”, che si svolge ogni anno nel parco intitolato alla ragazza, in via Gemona del Friuli, e ha lo scopo di sensibilizzare i bambini sul tema.
“Sii il pianista dei tuoi organi, falli risuonare forte!”