Fidia il più grande scultore dell’età classica ha legato il suo nome a Pericle e al Partenone. Ha lasciato un’impronta duratura nella storia della scultura che ha attraversato i secoli. Fidia fu come ispiratore accanto a Pericle, l’ideatore del Partenone, . Nell’esecuzione delle decorazioni si avvalse di coadiutori suoi compagni e discepoli.La costruzione del Partenone iniziata nel 447a.C. era essenzialmente finita nel 438 a.C. quando vi fu collocata la grande statua di Athena Parthènos , prima opera di Fidia.
I marmi del Partenone costituiscono la maggior parte delle sue opere originali oggi esistenti. Decoravano i frontoni ed ambulacri del tempio. Attualmente si trovano, salvo poche eccezioni, al British Museum a Londra lì spedite da Lord Elgin nel 1801 dopo avere ottenuto un accordo con il governo ottomano di asportarle. Fu così che partirono per le isole britanniche 39 metope, 56 rilievi del fregio e 17 statue dei frontoni.
Nel frontone della facciata orientale del tempio dedicato ad Atena Parthènos (Atena la Vergine) figuravano le statue a tutto tondo in marmo pario rappresentanti la mitica nascita di Atena dal cranio di Zeus.
Da sinistra, Helios segue la figura di Dioniso seduto, che si gira a brindare al sorgere del sole; alle sue spalle Iris, la messaggera, giunge rapida ad informare Demetra della nascita. Demetra si volge verso di lei, mentre Kore, ancora seduta frontalmente, comincia a girarsi.
Allo stesso modo il frontone occidentale mostrava la disputa tra Atena e Poseidone per il dominio dell’Acropoli, vinta dalla dea con il suo dono dell’olivo. Poseidone condivide come divinità il tempio con Athena. È probabile che da questa coesistenza, riuscita col tempo inesplicabile, sia sorto il mito della contesa di Athena con Poseidone per il dominio dell’Acropoli, contesa che si risolse con un miracolo compiuto da ciascuna delle due divinità: sull’arida roccia dell’Acropoli Athena fece nascere improvviso l’olivo, Poseidone con un colpo di tridente fece scaturire una polla di acqua salata. La vittoria rimase ad Athena per il suo benefico dono.
Non esistono molte sue opere originali. Le testimonianze ci vengono da copie romane di alcune sculture. Oppure da fonti letterarie che le citano, da riproduzioni monetarie o gemme intagliate come è per l’altra statua ciclopica di Fidia, lo Zeus crisoelefantino del tempio di Olimpia. Nonostante la sua fama non ne rimangono copie ma citazioni di autori latini e greci.
Mentre abbiamo testimonianze di altre sculture che si trovavano nell’Acropoli
Apollo Parnòpios.
Vicino al Partenone si ergeva la statua in bronzo dell’Apollo Parnòpios, opera dedicata al dio con tale appellativo in segno di gratitudine per la difesa contro un’invasione di cavallette (πάρνοπες) che infestavano il territorio.
Di Fidia, oltre alla Atena Parthenos, v’erano altre due immagini di Athena: la Promachos e la Lemnia
Atena Promachos. Una colossale statua in bronzo situata tra i Propilei e il Partenone sull’Acropoli di Atene.
Fidia lavorò alla Atena Promachos ( Atena che combatte in prima linea) tra il 470-460 a.C., statua gigantesca in bronzo fu dedicata alla dea come ringraziamento per la sua protezione nelle guerre persiane.
Monete di epoca imperiale romana la rappresentano con vari attributi che cambiano a seconda della moneta: Atena regge sopra la spalla destra una lunga lancia, cinta da un alto cimiero e reggente con la sinistra uno scudo, o con la Nike nella mano destra offrente, il cimiero, la lancia appoggiata al braccio sinistro e uno scudo retto dall’avambraccio sinistro.
Della Atena colossale erano visti da grande distanza l’estremità della lancia e la punta del cimiero che brillavano al sole, erano il primo saluto della patria al navigante che giungeva al porto del Pireo. Leo von Klenze la immagina svettare sull’Acropoli emergente tra i Propilei ed il Partenone.
L’ Atena Lemnia (detta La Bella) fu commissionata dai colonizzatori dell’isola di Lemno . Anche essa fu fusa in bronzo Fidia, ne rimangono solo le copie romane che ce la riportano vestita con il chitone (il peplo come lo chiamavano i romani), su cui è annodato un manto fatto con la pelle del serpente che aveva sottratto a Medusa. Questa veste magica la protegge. La dea regge nella sinistra una lancia. Con il braccio destro proteso sostiene l’elmo. Nel suo volto si condensano sia la staticità impersonale che apparteneva agli dei sia l’umana muta espressione pensierosa.
calco ricostruttuvivo dell’Atena Lemnia testa di Atena Lemnia copia romana
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