Le prime sinagoghe in Italia risalgono all’epoca romana, avevano carattere monumentale e servivano come luogo di culto e centro comunitario per le numerose e fiorenti Comunità presenti sotto l’Impero Romano. L’esempio più notevole preservatosi è quello della Sinagoga di Ostia Antica, uno dei modelli migliori di Sinagoga ellenistico-romana in Europa.
Con l’affermarsi de Cristianesimo come religione ufficiale dell’impero Romano, entrarono in vigore anche tutta una serie di leggi restrittive a regolare la presenza dei luoghi di culto ebraici nei Paesi cristiani, Fino al periodo dell’emancipazione dell’Ottocento, le Sinagoghe non poterono più assumere aspetto monumentale. Tale caratteristica si accentuò col tempo anche per motivi di autodifesa.
Con l’istituzione dei ghetti, a partire dal XVI secolo, venne anche l’obbligo di locazione delle Sinagoghe all’interno del ghetto stesso e il divieto assoluto di qualunque segno distintivo all’esterno. Nelle Sinagoghe di ghetto nulla doveva tradire la loro presenza all’esterno; per contrasto, gli interni erano riccamente decorati secondo gli stili architettonici in voga all’epoca (barocco, rococò, neoclassico).
Nel clima di libertà seguente all’emancipazione degli ebrei d’Italia, a partire da 1848 fu nuovamente possibile la costruzione di grandi edifici monumentali. Talora antiche Sinagoghe si dotarono di facciate e ingressi di prestigio (Asti, Pisa), in altri casi si costruirono grandiosi nuovi edifici nell’area del ghetto (Roma, Vercelli) o nei nuovi quartieri di residenza degli ebrei (Torino, Firenze, Milano).
Si ritiene che la Sinagoga abbia avuto inizio come istituzione durante l’esilio babilonese (597 a.C.: e 537 a.C.) dopo la distruzione del primo tempio, e che fu portata in Israele dagli ebrei tornati dall’esilio. Il rabbino Jochanan Ben Zakkai ebbe l’intuizione di creare luoghi di preghiera per gli ebrei in qualunque luogo essi si trovassero. Questo contribuì al mantenimento e alla conservazione dell’identità religiosa giudaica dopo la distruzione del secondo Tempio.
La comparsa delle Sinagoghe segna una profonda ristrutturazione interna della religione ebraica, non più incentrata sul culto sacrificale ma sullo studio, l’insegnamento e la meditazione della Legge. Era proibito agli ebrei vivere in una città dove non c’erano sinagoghe, Esse inoltre venivano usate dai viaggiatori come alberghi dove si poteva trovare sempre un posto per dormire su una panca o in un angolo; in effetti si svolgevano attività sia laiche che religiose nella Sinagoga, perciò era sempre al centro di tutte le Comunità Ebraiche ed era spesso un punto d’orgoglio per le Comunità stesse. Le Sinagoghe di Alessandria d’Egitto nel 38 d.C. e di Lamnia, antica città della Palestina nel 39 furono spesso profanate per decreto dell’Imperatore Caligola, Questi fece introdurre una propria statua da venerare in tutti i luoghi di culto dell’Impero, comprese le Sinagoghe.
La Sinagoga è orientata in modo che i fedeli, in conformità al principio contenuto nella Bibbia (D.n. 6-11), recitino le preghiere rivolte a Gerusalemme.
L’Aron contenente i rotoli delle sacre scritture (Torah) è posizionato a ridosso della parete orientale, che guarda verso Gerusalemme, mentre la Tevah (pulpito) gli sta di fronte, al centro della sala o al lato opposto, generalmente sopra una piattaforma leggermente rialzata. Alle donne è riservato il matroneo, di regola sistemato al primo piano o protetto da una grata in legno o ferro lavorati.
Il primato mondiale di dimensioni spetta alla Sinagoga di New York, quello europeo alla grande Sinagoga di Budapest.
La più antica Sinagoga del mondo occidentale è quella di Ostia Antica, risalente al II secolo. La più antica d’Europa in uso si trova a Barcellona, del IX secolo e riaperta nel 2002, seguita da quella di Worms (in Germania), romanica del 1304; Sinagoghe gotiche importanti invece sono quelle di Praga e di Cracovia. Grandiose sono le due Sinagoghe in stile andaluso: la Sinagoga di Santa Maria la Blanca e la Sinagoga del Transito (entrambe del XIV Secolo) di Toledo in Spagna.