Augusto, nel suo percorso per essere nominato Imperatore Divinizzato trattò con abilità i rapporti con il Senato, evitando una contrapposizione. All’assunzione dei poteri, li rimise nelle mani del Senato, per farseli poi consegnare dal Senato stesso.
Augusto, nel suo percorso per essere nominato Imperatore Divinizzato trattò con abilità i rapporti con il Senato, evitando una contrapposizione. All’assunzione dei poteri, li rimise nelle mani del Senato, per farseli poi consegnare dal Senato stesso.
Al fine di consolidare la propria gloria, in parallelo a questa sua politica Augusto dedicò tra l’altro particolare cura alla realizzazione della scenografia del Campo Marzio. Il Campo Marzio era un’area fuori delle mura, vicinissima al Tevere, soggetta alle inondazioni, fino ad allora senza specifici connotati e usata per gli esercizi militari. Nel progetto di glorificazione di sé stesso Augusto trasformò l’area in una coerente opera monumentale celebrativa attraverso la costruzione di edifici destinati ad esaltare la figura dell’Imperatore Divinizzato
Nella zona a sud del Campo Marzio, il Pantheon, edificato da Marco Vipsanio Agrippa seguendo il piano di monumentalizzazione dell’area, accoglieva le statue di tutte divinità romane passate, presenti e future. Augusto facendosi raffigurare nel pronao del Pantheon insieme ad Agrippa di fatto suggeriva la sua futura divinizzazione
Il Campo Marzio era attraversato dalla via Flaminia, la strada consolare che da nord portava alla città. All’incirca a metà del suo percorso, in modo che chiunque transitasse la vedesse, Augusto fece edificare l’Ara Pacis, espressione concreta della sua opera, in vita, di consolidamento della pace che garantiva a Roma prosperità e stabilità.
Nel punto in cui la via Flaminia era più vicina al fiume, nella zona a sud dell’area, venne edificato il Mausoleo di Augusto allineato, seguendo un rettifilo, con il Pantheon. Qui Augusto realizza il suo monumento funebre che illustra ciò che lui sarà, una divinità. Il Mausoleo doveva ospitare le urne funerarie della famiglia di Augusto e quella dell’imperatore stesso. Probabilmente questa era posta in corrispondenza della statua che svettava in cima alla costruzione suggerendo l’idea della sua apoteosi